La storia di Serenella

Non sempre si riesce a recuperare da soli l’amicizia con se stessi

(A.Z.)

C’era una volta Serenella, una giovane principessa molto intelligente e molto bella. Serenella amava andare spesso nella sua casetta nel bosco, dove poteva guardare le montagne, godersi le bellezze naturali e immergersi nei suoi pensieri. Le faceva compagnia Furia, un cane pastore affettuoso e robusto abbastanza per proteggerla in caso di bisogno.

Le giornate scorrevano tranquille e serene: nella sua casetta, Serenella si divertiva a fantasticare e ad immaginare anche di riuscire a parlare con gli animaletti che le si avvicinavano per un po’ di cibo.

Un giorno, mentre Serenella stava parlando con uno scoiattolo, Furia ebbe uno scatto, come se avesse visto una minaccia, e la fece cadere. Serenella si arrabbiò molto e, per castigarlo, rinchiuse Furia in cantina. Il cagnone cercava, con gli occhi dolci, di chiedere scusa, ma Serenella non volle sentire ragioni, e sbarrò la porta di legno.

Da quel giorno, la vita di Serenella cambiò. Aveva paura a liberare Furia, temendo che si vendicasse. Per questo si costrinse a restare sempre presso la sua casetta nel bosco, senza più tornare alla reggia, perché, comunque, doveva dargli qualcosa da mangiare. Ma la paura aumentava, e non osava nemmeno aprire la porta della cantina nel timore che Furia scappasse, e gli gettava il cibo dallo spioncino, senza guardare.

Ormai la principessina trasaliva ad ogni rumore, e tutto, per lei, diventava minaccia o preoccupazione. Serenella non viveva più: la tensione entrava nelle ossa, e le faceva male dappertutto; anche l’appetito se ne era andato, e nemmeno con i suoi amici del bosco riusciva più a dimenticare il terrore che Furia potesse uscire dalla cantina e vendicarsi.

Un giorno che Serenella era particolarmente agitata, vide in lontananza un Viandante, e decise di chiedergli aiuto, pur sapendo che nessuno avrebbe potuto affrontare il suo problema. Invece, il Viandante si dimostrò interessato, la ascoltò, e le fece anche molte domande soprattutto a proposito di Furia.

Serenella si accorse che non si era mai impegnata per conoscere veramente Furia e il Viandante, che era anche un esperto di cani, ne sapeva sicuramente di più.

Il Viandante propose a Serenella di accompagnarla a vedere Furia, ma la principessa non si sentiva ancora pronta: comunque, offrì al Viandante di fermarsi a riposare presso la sua casetta, e mentre lei avrebbe riflettuto sulla nuova idea.

Anche quella notte non riuscì a dormire, ma almeno aveva un pensiero importante da affrontare, e la mattina, stanca e assonnata, pur con molte incertezze accettò il progetto del Viandante.

Standogli dietro, scesero le scale della cantina, fermandosi ad ogni gradino perché Serenella tremava di paura. Furia aveva sentito il Viandante, e fece sentire la sua voce, che per Serenella ebbe subito il significato di una promessa di vendetta.

Serenella diede al Viandante la chiave della stanzina dove era rinchiuso Furia, con mille preghiere di essere prudente e di non lasciare che Furia potesse uscire.

Mentre Serenella tremava tutta, aggrappata alle sue spalle, il Viandante girò la chiave nella toppa, spinse l’uscio e infilò una mano nello spiraglio.

Furia si avvicinò alla mano del Viandante, leccandola affettuosamente, e Serenella pensò subito che fosse un modo per ingannare il Viandante e poter uscire a vendicarsi, per cui si strinse ancor di più alle sue spalle.

Invece, il Viandante prese dalla sua tunica un nastro di cotone, e lo avvolse al collo di Furia, come se fosse un guinzaglio, spiegando che non aveva paura che Furia scappasse, e che faceva così solo per tranquillizzare Serenella.

Intanto, la ragazza era già scappata su per le scale, mentre il Viandante, con Furia vicino, saliva adagio adagio.

All’aperto, Serenella poté guardare Furia, e vedere che era invecchiato, indebolito, ma aveva mantenuto gli occhi dolci che sembravano chiedere una carezza. Con un po’ di timore, Serenella si avvicinò, e lo accarezzò. Il Viandante diede a Serenella il nasto che faceva da guinzaglio, ma Furia restò vicino ai suoi piedi. Nel giro di breve tempo tornò la sintonia di un tempo: si scambiarono le coccole e gli abbracci che mancavano tanto anche alla principessa.

Mentre Serenella e Furia erano assorti nelle loro effusioni, il Viandante se ne andò in silenzio, lasciando che entrambi gustassero la nuova amicizia.

In breve, Serenella tornò gioiosa e tranquilla, e riprese a girare per il bosco, ad ascoltare gli uccellini e a parlare con gli animaletti.

Passò poco tempo, e Serenella decise di tornare alla reggia, sempre accompagnata da Furia. Ci furono grandi feste e venne incoronata regina: accanto al trono, venne collocato un cuscino perché Furia potesse sempre starle vicino, a proteggerla e a farle compagnia, e anche ad aiutarla nelle decisioni impegnative, tanto apprezzate da tutta la popolazione.

Pubblicato da

Alessandro Zucchelli

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