Come fare per ridurre il proprio Quoziente Intellettivo

Anche se sono poche le persone consapevoli di questo desiderio, sono invece molte quelle che, non sopportando la grande capacità mentale in loro possesso, imparano, per tentativi ed errori, a ridurne le potenzialità. Di solito, si tratta di persone intelligenti che non hanno studiato: lo studio, infatti, è il sistema inventato fin dall’antichità per diventare padroni della propria intelligenza. Chi studia costringe il pensiero ad umiliarsi per apprendere quanto proposto da altri, e a non distrarsi secondo le proprie inclinazioni. Per questo, l’alternativa migliore al voler ridurre il Quoziente Intellettivo, è il riprendere lo studio, in modo disciplinato e programmato.

In Oriente, invece, il metodo utilizzato per diventare padroni del pensiero era la venerazione dei maestri. Accettare di essere ignoranti e di ubbidire ciecamente alle parole del maestro è un valido sistema per imporre una disciplina al proprio pensiero, al punto di poter diventare, al termine, maestri a propria volta.

Il motivo per cui l’alto quoziente di intelligenza disturba, infatti, è fondamentalmente l’astrazione. La persona intelligente riesce a trovare l’elemento astratto che consente di applicare la logica alla realtà: se si dovesse registrare nome e cognome di ogni persona che sale su un mezzo pubblico, per decidere poi quando fosse pieno, sarebbe un problema non indifferente. Invece, si chiamano tutti “persone”, in questo modo uno vale l’altro, ed il numero delle persone che salgono sul mezzo pubblico può essere definito a priori, indipendentemente dal valore sociale di ogni singola persona. L’astrazione permette i ragionamenti, ma perde il valore individuale. E chi non ha studiato rischia, proprio grazie all’astrazione, di non riuscire a fermarsi e di ridurre tutto a regole che inevitabilmente finiscono per diventare, prima o poi, contraddittorie.

Anche se nella maggior parte dei casi non si è consapevoli dei motivi per cui l’intelligenza diventi disturbante, si impara presto a ridurne le capacità, mediante il ricorso a piacevoli veleni. Fin dall’antichità, l’alcol è stato uno di questi: se in dosi moderate aiuta ad uscire dall’astrazione quel tanto che basta per evitare gli eccessi dell’autocontrollo, quando l’intelligenza insiste a ragionare su tutto ecco che diventa indispensabile il ricorso al bere per uscire dalla prigione creata dal pensiero astratto. La maggior parte delle persone dedite all’alcol, pur con le debite eccezioni (e quindi senza entrare nell’astrazione della fredda osservazione intelligente), hanno un alto quoziente di intelligenza, e un basso livello di studio. Analogamente succede con altre tante sostanze, alcune note dall’antichità, altre scoperte di recente, che hanno il medesimo obiettivo, di ridurre almeno provvisoriamente le capacità mentali. Anche nella popolazione tossicodipendente si può osservare la frequenza di un alto quoziente intellettivo accanto a basso titolo di studio.

La via del recupero di queste persone consiste, soprattutto, nella validità del maestro da accettare: che si tratti di comunità, o di gruppi di autoaiuto, il lavoro che consegue l’accettazione delle regole imposte e non criticabili è la porta per riprendere la padronanza del pensiero, perdere il desiderio di rinunciare alla propria intelligenza, e riprendere a vivere non sotto sostanze ma sapendo guidare il proprio pensiero.

Pubblicato da

Alessandro Zucchelli

vedi www.sanzuc.it