Dire quello che si pensa… è così efficace?

«Per farsi dei nemici, non è necessario dichiarare guerra, basta dire quello che si pensa»

(M.L. King)

Molte persone sono convinte che chi non dice quello che pensa sia un bugiardo e, per non essere bugiarde, si sforzano di dire quello che pensano.

Il vero problema, però, sta nel motivo per cui si comunica. Si parla, si ascolta, si trascorre il tempo al telefono, davanti alla tv o su internet: quasi ogni momento della vita da svegli è dedicata alla comunicazione, senza mai aver riflettuto sul motivo per cui si comunica.

Se ti fermi un istante a riflettere su quello che stai facendo, mentre leggi e quindi comunichi con me, ti accorgi che lo stai facendo per cambiare. Al termine di questa lettura, sarai diverso rispetto a prima, tanto che tu abbia deciso che non ti è servita, e quindi hai perso del tempo, per cui non tornerai più a leggere il mio blog, quanto nel caso opposto, per cui deciderai che val la pena di approfondire anche gli altri articoli, quanto in tutte le sfumature intermedie: comunque, sarai diverso da prima, sarai cambiato.

Il sistema nervoso non ammette l’immobilità ed è assetato di quel cambiamento che si chiama “esperienza”: la comunicazione serve al cambiamento. Si parla, si scrive, per far cambiare; si ascolta, si legge, per cambiare, per imparare.

Allora, dire quello che si pensa è il modo più grezzo, impulsivo e impreciso per produrre cambiamento. Certo, chi dice quello che pensa è anche abituato a dar la colpa agli altri se non cambiano, ma il risultato finale è comunque poco efficace. Che si tratti di educazione o di vita di coppia o di lavoro, migliorare le proprie capacità nel comunicare rende più abili nel produrre il cambiamento che si desidera.

In altri articoli, approfondirò questo discorso. Per chi ha urgenza, rimando al mio volume, “la trasmissione del pensiero mediante la parola”.

Pubblicato da

Alessandro Zucchelli

vedi www.sanzuc.it