«Vulgus vult decipi, ergo decipiatur» = «Il popolo vuole essere ingannato, quindi lo si inganni»
La statistica non è la sola disciplina lontana dal buon senso: se bastasse il buon senso non sarebbe necessario lo studio e la scienza. D’altro canto, è nota la poesia di Trilussa, «… Me spiego: da li conti che se fanno – seconno le statistiche d’adesso – risurta che te tocca un pollo all’anno: – e, se nun entra nelle spese tue, – t’entra ne la statistica lo stesso – perch’è c’è un antro che ne magna due». Buon senso e scienza non vanno d’accordo, e sono molti coloro che, pur di non fidarsi di chi ha studiato, preferiscono il buon senso.
Su queste persone, che restano attaccate al buon senso e dubitano delle ricerche scientifiche, sta lavorando un esercito di studiosi: sono l’obiettivo del business odierno. La crisi economica ha dimostrato che non si può produrre più di quanto serva, perché nessuno l’acquista: una strada alternativa diventa quella di spingere ad acquistare quello che non serve, e si è scoperto che il mercato oggi più aperto è quello costituito da coloro che non si rivolgono a ciò che serve.
Tra i primi ad accorgersene, C. Ciaravolo, che ho avuto l’occasione di incontrare nel 1985, in RAI, per una trasmissione che ci ha visti ospiti assieme. Discepolo di M. Erickson, che è il mio maestro per l’ipnosi, ha studiato le leggende metropolitane, (= “storie false che si diffondono a macchia d’olio, di bocca in bocca“) mettendo a fuoco le condizioni perché possano diffondersi, tanto nella costruzione della storia che negli ambienti in cui cominciare a farle girare. Se hai un po’ di tempo, il sito di Ciaravolo merita una visita, tanto per la creatività che sprizza da tutti i pori, quanto per intuire l’ampiezza del mercato cui si rivolge. Non escludo ci sia lui anche dietro alla creazione della diffidenza nei confronti delle scie di condensazione lasciate dagli aerei a reazione.
Nel 2014, meno della metà degli ammalati di ipertensione assumeva i farmaci, prescritti e forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, per curare una sindrome che ha conseguenze molto gravi, ma che non pesa sulla vita quotidiana più di tanto: questi farmaci, acquisiti gratuitamente, vengono buttati via da uno ogni due ammalati. Si tratta di più di otto milioni di persone che diffidano della scienza competente sulla loro patologia, persone che non stanno bene, ma che sono disponibili a cure per loro più costose e meno efficaci, se presentate in modo accattivante: tanto, alla fine, si potrà solo dimostrare che la minor longevità è stata determinata dalla mancanza di cure adeguate, e non dalle spese per le cure alternative. Tutto questo per non parlare di Stamina e di tutte le altre cure carissime e
prive di efficacia che sono state vendute a chi era disperato.
Praticamente, oggi il mercato è più disponibile nei confronti di chi non dà numeri, non fornisce spiegazioni complicate, che, oggi, suscitano diffidenza. Mentre alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tutto doveva essere comprovato scientificamente, oggi viene sfruttato il movimento opposto, di rifiuto della scienza, ma dietro a questo movimento ci sono studi altrettanto scientifici, per trovare le parole, i tempi ed i modi migliori per convincere ad acquistare quello che non è scientifico.
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